QUALCHE NOTIZIA SUI LUCCHETTI SEGRETI

Approfondimenti storici e tecnici sui lucchetti segreti

I lucchetti hanno una lunga storia alle spalle. Sono uno tra gli strumenti di sicurezza più duraturi al mondo.

Per rendere ancora più sicuro quanto si stava cercando di proteggere, anche i lucchetti diventarono sempre più complicati ... dei veri e propri rompicapo.

Siamo riusciti a rintracciare qualche notizia di lucchetti segreti già nell’antica Roma.

Se i romani volevano inviare somme di denaro, potevano farlo assicurando la “spedizione” con dei lucchetti segreti molto speciali!

Nessuno poteva pensare che esistessero lucchetti databili all’impero Romano, ma grazie ad alcuni appassionati collezionisti che si sono decisi a scavare, sono stati ritrovati pezzi sepolti per più di 2000 anni.

Tutti i lucchetti rintracciati hanno caratteri distintivi. Di solito erano prodotti in bronzo e riproducevano il volto di una divinità. Giano, dio dei momenti di transizione e passaggio, era un soggetto parecchio rappresentato.

Il frontalino era incernierato alla parte superiore del lucchetto e, una volta ribaltato, poteva rivelare un buco della serratura, la cui chiave veniva talvolta anche trasformata in un anello da indossare separatamente.

La chiave da sola, però, non bastava da sola ad aprire il lucchetto; le serrature nascondevano anche una o due minuscole piastre che dovevano essere spostate prima di poter aprire il cerchio dell’anello.

Ma la chiave da sola non bastava per aprirne uno. Le serrature nascondevano anche una o due minuscole piastre o interruttori che dovevano essere spostati prima che il grillo, il cerchio dell'anello, si aprisse.

I primi lucchetti a maschera, come vengono anche chiamati, hanno meno interruttori e sembrano provenire da regioni influenzate dalla cultura celtica, come Aquileia, vicino alle Alpi Giulie. L’ipotesi è che le serrature siano diventate più complicate man mano che i romani le adattavano.

Si pensa che le piccole serrature siano state utilizzate principalmente per fungere da sigilli a prova di manomissione. Le persone che inviavano denaro da un luogo all'altro si tutelavano così , svelando solo al destinatario il segreto per aprire il lucchetto.


Lucchetti a maschera indiana

Con la fine dell’Impero, terminò anche l’uso dei lucchetti a maschera e nonostante nessuno degli esempi a noi pervenuti sia funzionante, esistono repliche per studiarne il meccanismo.

Lucchetti a maschera indiana fig 4-5-6


Poichè la storia di questi particolari strumenti ha delle lacune non indifferenti dobbiamo poi fare un salto direttamente all’Inghilterra della Rivoluzione Industriale. Passando da un’economia ben diversa da quella agraria, i fabbri iniziarono a progettare serrature portatili, ovvero i lucchetti, sempre più ingegnosi per rispondere al continuo aumento dei furti.

Nel 1778, Robert Barron inventò la serratura a bicchiere: il bullone cede, facendo aprire il lucchetto solo se la leva viene sollevata esattamente alla giusta altezza. E il lucchetto Barron aveva ben due di queste leve super precise.

Jeremiah Chubb migliorò poi la serratura di Barron nel 1818 . Incorporò una molla capace di trattenere qualsiasi leva sollevata in un punto inesatto. Questo rendeva il lucchetto ancora più arduo, ma permetteva anche di capire se ci fossero stati tentativi di manomissione.


Intorno al 1850 fecero la loro comparsa anche i lucchetti così detti “scandinavi”. Il corpo in ghisa veniva impreziosito con una pila di dischi rotanti. Ogni disco aveva un ritaglio centrale per consentire il passaggio della chiave e due tacche ritagliate sul bordo del disco. Era necessario, quindi, allineare tutti i dischi per far scivolare la serratura.


Contemporaneamente si diffusero anche i lucchetti CAST HEART, più resistente alla corrosione rispetto allo scandinavo, con il corpo della serratura fuso in sabbia di ottone o bronzo e un meccanismo a leva più sicuro. Eccellenti per il loro costo economico e la loro capacità di resistere ad ambienti sporchi, umidi e ghiacciati.

La famosa azienda giapponese Hanayama ha tutt’oggi un prodotto intitolato a questo tipo di lucchetto.


Con la maggior accessibilità all’elettricità e a nuove tecniche di lavorazione, è stato possibile realizzare nuovi lucchetti con meccanismi d’apertura diversi, così come puzzle a serratura sempre più arzigogolati per la gioia di tutti gli appassionati e grazie alle menti brillanti dei vari ideatori.


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